Belgioioso - Guida Turistica

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.: BELGIOIOSO
 Belgioioso è un comune di 5.362 abitanti della provincia di Pavia. Si trova nel Pavese meridionale, nella pianura a pochi chilometri dalla riva sinistra del Po. Le frazioni Santa Margherita e San Giacomo si trovano sul bordo del terrazzo che domina la valle alluvionale del fiume. La nascita di Belgioioso risale al tardo Medioevo, ai bagliori del Rinascimento, quando i Visconti regnavano a Pavia. La fondazione del borgo è strettamente legata a quella del suo castello da cui trae origine. Non conosciamo la data esatta in cui il castello fu edificato, ma il primo Visconti al cui nome è legato fu Galeazzo II. Nelle sue Memorie, riguardanti il periodo 1377-1388, il conte Giorgio Giulini, storico milanese, scriveva che <<…nell'ottobre del 1377 Galeazzo Visconti si trovava nel suo castello pavese denominato "Gioioso" che poi, per gli ornamenti giunti, fu chiamato e chiamansi "Belgioioso">>. Inoltre il nome stesso di Bel-zojosus, latinizzazione del francese Beau-joyeux, indica che la sua costruzione fu senz'altro non anteriore al secolo XIV, periodo in cui in Lombardia si prese a usare nomi di derivazione francese, come anche per il castello di Beaurégard (Belriguardo", da cui "Bereguardo" ononimo paese in provincia di Pavia). Galeazzo II, tra l'altro, soleva chiamare zojosus anche il suo castello di monza, quindi l'uso di qusto nome è intimamente legato a questo Visconti il quale governò parte di domini della sua casata dal 1359 al 1378. In questo periodo egli edificò il castello di Pavia e, forse contemporaneamente, quello di Belgioioso. Gian Galeazzo Visconti, figlio di Galeazzo II e di Bianca di savoia, ereditò dal padre l'amore per la caccia e quindi anche per il castello di Belgioioso, la cui riserva di caccia e il parco arrivavano a sud sino al Po, attraverso San Giacomo della Cerreta e a nord-ovest probabilmente si congiungevano con il parco del castello di Pavia. Fu infatti Gian Galeazzo a far costruire una strada che da pavia conducesse a Belgioioso e a rendere più ameno il castello, ampliandone la struttura.
  Questa origine è già di per sé una caratteristica particolare di Belgioioso: molti dei comuni limitrofi hanno infatti origine più remote, ma un più modesto sviluppo storico demografico dovuto a una meno felice collocazione geografica. Come ricordato il borgo nacque nell'orbita del castello omonimo verso la fine del Quattrocento; da documenti che ci sono pervenuti sappiamo che vi risiedevano circa 50 persone. Esisteva allora anche una piccola chiesa con campanile ancora in costruzione: edificio destinato al culto della povera gente, lontano dal signore del castello. Il Castello era anche sede dell'amministrazione giudiziaria, con Podestà, ed aveva all'interno una prigione. In pochi anni, circa un trentennio, Belgioioso vide uno sviluppo notevole, reso possibile non solo dall'opera dei potenti Signori, ma anche dall'imponente opera di bonifica del territorio che venne fatta sia a opera di privati che di congregazioni religiose. Alla fine del 1400 la popolazione del borgo raggiunge il migliaio di abitanti. Lo sviluppo dell'agricoltura cambiò anche i rapporti di "potere" tra il centro abitato ed il castello: se in passato era stato il blasone della rocca ad attirare nuovi abitanti, fu la florida agricoltura ad attirare abitanti e commerci. Questo importante periodo di crescita si arrestò nel 1535, quando Pavia e tutto il suo principato passarono sotto il dominio degli spagnoli. Belgioioso non sfuggì al periodo di decadenza che investì tutta la Lombardia. Inoltre, alla fine del XVI secolo, il conte Galeotto, assassino riconosciuto, si stabilì nel borgo provocando preoccupazioni e incidenti. In breve gli abitanti, giunti al limite della sopportazione, si rivolsero al Pretore di Pavia, implorandolo da un lato di essere aiutati, ma dall'altro di non far trapelare la loro richiesta per paura di ritorsioni da parte di Galeotto.
  Anche il 1600 non è fu un buon momento nella storia di Belgioioso: come nel resto della Lombardia vi furono sofferenze, duro lavoro, peste e carestie. Un esempio della rozzezza e della perdita di civiltà che le sofferenze hanno portato nella popolazione è il cimitero che, ben prima dell'arrivo della peste, non vide più lo svolgersi di composte cerimonie funebri, ma i cadaveri venivano gettati alla rinfusa in fosse comuni di scarsa profondità. Il parroco dell'epoca, Don Antamori, figura molto importante nella storia di questa comunità, fu solerte nel riportare i suoi fedeli sulla retta via: in questo duro periodo fu lui che promosse la costruzione di una nuova chiesa come faro di rinascita spirituale e materiale. I Conti Barbiano, signori di Belgioioso succeduti ai Visconti, si accollarono le spese, mentre la popolazione si occupò del trasporto del materiale da costruzione. Il Settecento portò prosperità a Belgioioso, recando anche una grande novità: la contea venne elevata a principato del sacro romano Impero e i signori di Belgioioso potevano battere moneta. La signoria di Alberico XII recò progresso e pace, ma l'arrivo della rivoluzione francese portò nuovo scompiglio e rivolgimenti. La famosa rivolta di Pavia contro le truppe napoleoniche ebbe infatti inizio da Belgioioso e nei cruenti eventi successivi furono coinvolti molti belgioiosini. Successivamente l'aria di libertà raggiunse anche questi territori e colpì tutto quello che era rimasto a ricordare l'antico potere: furono distrutte armi gentilizie, raschiati con lime e scalpelli gli stemmi nobiliari.
  Alberico, divenuto normale cittadino di Belgioioso, insorse alla richiesta di distruggere i ponti levatoi e la merlatura del castello e fu grazie alla sua resistenza che il Castello venne risparmiato dall'onda rivoluzionaria. La violenza si attenuò con tempo, e il nuovo potere napoleonico distrasse molti dal proseguire con bellicosi intenti. Durante il Regno italico (1805-1814) il borgo si risollevò, e riuscì a svilupparsi ulteriormente: tanto da costruire una nuova parrocchiale, in grado di ospitare l'aumentata popolazione. Il Risorgimento vide distinguersi particolarmente il nostro territorio: ricordiamo l'impresa di Giuseppe Guj di Filighera che partì, nel 1848, con un manipolo di uomini alla volta di Milano. Arrivato a Porta Tosa preparò i suoi all'attacco e mosse innanzi: fu ucciso dal colpo di carabina di un ussaro austriaco, morendo eroicamente per il Risorgimento della Patria.